domenica 7 ottobre 2007

giovedì 23 agosto 2007

A Lisbona ho incontrato...

...l'Uomo Ragno, visibilmente ingrassato. Ha perso molta della sua elasticità... ma anch'io non sono più quello di una volta.
(Foto ragazza di Giangy)

Rare Steve Gadd!! 2 good clips!!

venerdì 17 agosto 2007

lunedì 30 luglio 2007

giovedì 26 luglio 2007

martedì 24 luglio 2007

Ha riaperto...

(Foto Giangy)
...il mitico ristorante, dai balconi del quale si gode uno spettacolo quale codesto della foto, che ha il merito, nel mio tragitto di cammelliere, d'avermi fatto capire quale incommensurabile valore abbia "l'aragosta con le salsine" (almeno tre, diverse, fra le quali non manchi quella a base di gamberetti). In subordine, mi accontento dell'astice. Ma non è per niente la stessa cosa!

lunedì 23 luglio 2007

giovedì 12 luglio 2007

lunedì 9 luglio 2007

Manca l'acqua, ma in compenso...

- Nino! Ma dov'è quel diavolo di un Bixio?! Nino! Portami un bicchiere d'acqua!
- Generale, siamo in Puglia: l'acqua è andata via per misteriosi motivi e tornerà tra sette giorni. Ovviamente nessuno ha avuto il buon gusto di stampare una locandina per avvertire noi e la popolazione!
- Diavolo di una Puglia! Vabbhé, andiamocene a mare, tanto è Domenica, e la rivoluzione per oggi non si fa.
- Ottima idea, generale. Così potremo lavarci e fare la cacca in acqua. Solo che ti devo avvisare, generale, che la monnezza ristagna lungo tutto il litorale. Ottimi e pungui sorci scorazzano tra pesce putrido e bucce di cocomeri in un'odorosa traccia di turismo e civiltà!
- Ehi, Nino, sai che ti dico: vaffanculo tu, la Puglia, le tue chiacchiere di progresso sociale, l'azienda municipalizzata igiene urbana, l'azienda autotrasporti... me ne torno in Piemonte!

martedì 26 giugno 2007

giovedì 21 giugno 2007

Jack Bruce-Automatic Pilot

Giro così come arrivata

(foto Giangy)
Forse ancora non conoscete questa notizia, anche perché i negozianti di telefonini la tengano riservata!
Un modo semplice per rendere inutile il furto di telefonini.
Niente furti, niente acquisti di cellulari nuovi!
Una specie di rivincita se rubano il vostro telefonino: per ottenere il numero di serie del vostro telefono battete i tasti *#06# Immediatamente, senza nemmeno confermare con il tasto di chiamata, un codice a 15 cifre apparirà sullo schermo. Questo codice è unico: annotatelo e conservatelo preziosamente.
Se vi rubano il telefono, telefonate al vostro operatore e dategli questo codice: il telefono potrà essere completamente bloccato, anche se il ladro cambia la scheda SIM.
Non recupererete probabilmente il vostro telefono, ma siete almeno sicuri che nessuno potrà usarlo. Se tutti prendono questa precauzione, il furto di telefonini diventerà inutile (o meno utile n.d.r.)

ALTRA INFORMAZIONE UTILE
I gestori fanno tanta pubblicità al servizio di number portability (la possibilità di passare da un gestore all'altro mantenendo il vecchio numero del telefonino) ma nessuno di loro spiega quanto l'adesione a macchia di Leopardo a questo servizio stia costando a noi, ignari consumatori.
Mi spiego meglio:
La maggior parte dei contratti (con abbonamento o con prepagate), prevedono un costo molto basso per le telefonate fra clienti dello stesso gestore (solitamente 10 o 12 cent al minuto) ma costi ancora sproporzionalmente alti per telefonate effettuate all'indirizzo di un abbonato di un gestore diverso dal proprio (per le quali si arriva a pagare anche 25, e più, cent al minuto).
Oggi, a causa della possibilità offertaci di migrare da un gestore all'altro senza cambiare il proprio numero del cellulare, il prefisso non identifica più il gestore (prima i 340, 347, 348, 349 etc eravamo certi fossero vodafone e i 335, 337, 338, 339, 333, etc eravamo certi fossero tim) e anche quelle telefonate che pensiamo costino poco possono in realtà costarci parecchio!
Ad esempio una telefonata di 10 minuti fatta pensando che costi, fra scatto alla risposta e tariffa, intorno a 1,3 euro, potrebbe in realtà costarvi 3 euro!
Un modo per risparmiare, o comunque per sapere se la telefonata che stiamo per fare ci costerà poco o molto, in realtà esiste, ma come è logico, nessun gestore lo pubblicizza perchè è maggiore l'interesse a mantenere i propri clienti all'oscuro della cosa.

Sarà sufficiente anteporre al numero che si sta chiamando un codice numerico: 456 per i clienti vodafone e 4884 per i clienti tim, affinchè una gentilissima e "gratuita" voce di donna ci comunichi a che gestore oggi appartiene il numero che stiamo chiamando, per poi lanciare in automatico la chiamata che saremo liberi di accettare, rifiutare o, se necessaria, rendere più breve possibile.
Immagino che lo stesso servizio sia garantito anche dagli altri gestori (3 e wind) e che sia sufficiente chiedere il codice da anteporre alle chiamate ai servizi clienti.

Buone telefonate (senza sorprese) a tutti!

mercoledì 20 giugno 2007

La vera storia di Biancaneve ed i 7 nani


Eravamo io, Brigitte Bardot e Carlo Marx e prendevamo un caffè al solito tavolino del Bar Uffa e si parlava del più e del meno in quanto lo spettro non vagava ancora per l’Europa, a me avevano pagato un lavoro e BB viveva uno dei suoi soliti amori tumultuosi, tutto labbra imbronciate e accenti parigini (le foche non erano ancora nei suoi interessi). Che tempi felici! E non so perché, da una cosa ne nasce un’altra, la miniera, la lotta di classe, lo zucchero nel caffè, insomma Brigitte se ne esce con: “Ve la racconto io la vera storia di Biancaneve!”. E poiché l’ora dell’aperitivo era ancora lontana, fra un Pernod, una Gouloise ed un oh-lalà, ci narrò:
Biancaneve, soprannome di Rodolfo de Marinis, ultimo rampollo di una ricca casata toscana, così conosciuto per la sua frequentazione con l’eroina. Da non confondere con l’altro Biancaneve, al secolo Gavino Cucuddo, trans sardo che lavorò per anni al “Pan di Zucchero” di Genova, forno aperto, nei primi anni cinquanta, da Gennaro Esposito, emigrante di ritorno dal Brasile, meglio conosciuto come Gegia. Gavino doveva il suo soprannome al fatto che, ritirandosi al mattino sporco di farina tra i vicoli della città di mare, fu ben presto conosciuto tra i portuali come Biancaneve, appunto.
Tornando al nostro: rimasto orfano in tenera età, venuto su da solo nell’antica villa paterna, affidato alle cure di una anziana governante e capace di dilapidare in pochi anni una solida ricchezza fatta di vigneti da far invidia a Sting, ai tempi della nostra storia si arrangiava trafficando neve in serate a base di veline, sottosegretari, calciatori, fotografi e varia umanità, guadagnandosi, in effetti, la fama di spacciatore serio di robbba buona. Ai tempi della nostra storia abitava, da solo, un quarto piano di ringhiera ai navigli e si riforniva, abitualmente, con dei frequenti viaggi in Olanda che compiva con la scusa d’andare ad accudire la zia materna, ultima parente rimastagli, dalla quale soleva accomiatarsi con un “Grazie zia” che… ma questa è un’altra storia!
Accadde che un giorno, per un ritardo dovuto ad uno sciopero dei controllori di volo a Linate, arrivasse ad Amsterdam a tarda notte e venisse contattato dall’autista, nano, del pulmino “La Miniera: bed and breakfast”. Costui, che di nome faceva Rotto, lo convinse a cenare e pernottare presso l’esercizio alberghiero di cui sopra “…a 10 minuti dalla città, dottò!”.
E qui inizia il periodo più bello della vita di Biancaneve. I nani erano sette: Rotto, Rantolo, Embolo, Mongolo, Pìstolo, Dammelo e Lucciolo, l’ultimo e più carino! Sette bisex dotati della virtù meno apparente e, tra tutte, più indecente… Si presero, a lungo, cura di lui.
Qui Brigitte fece una pausa, esalando dal suo nasino perfetto una sottile voluta di fumo blù: “O si chiamavano Mandalo, Sfondalo, Sandalo, Prendilo, Godilo, Leccalo, Tienilo? Non ricordo. Curalo? Sotto? Fotto? Pongolo? Caccialo? Comunque…”
Comunque Biancaneve non lasciò più La Miniera. Il tempo scorreva dolce e lento: le sue giornate erano felici, le sue notti pure.
Rantolo, Embolo e Mongolo al mattino si allontanavano verso Amsterdam, dove avevano un rinomato esercizio di Tattoo molto frequentato dai marinai di passaggio in città per via di alcuni tatuaggi nei quali si erano specializzati tipo: Allungami il serpente, Sembra un bulldog ma è un lungo bassotto, e via dicendo.
Pistolo, Dammelo e Lucciolo eran ormai ben introdotti quali attori di compagnie teatrali che solevano esibirsi in case occupate, spesso con l’accondiscendente sovvenzione della Municipalità, e tenevano alta la fama di trasgressione che accompagna, ancor oggi, il nome della città.
Rotto, il più anziano dei sette, dopo una vita che a narrarla tutta ci vorrebbe un’altra vita, pur non rinunciando del tutto ai piaceri materiali, soleva compensare l’ultima rottura, quella delle scatole, immergendosi nella pittura d’enormi tele bianche, sulle quali riusciva a far rivivere le angosce passate e l’ottimismo ancora vivo in lui, con pennellate poetiche che apportava alla tela usando direttamente il suo smisurato membro intinto nel colore. Famoso il suo “La Farfallina e l’Elefante”, oggi esposto al Museo d’Arte Moderna di New York.
Insomma a Biancaneve capitava spesso di rimaner sola, al mattino, alla reception e quei momenti erano per lei i più dolci: immaginava languide storie sbirciando fra i dati dei clienti della Miniera; alle sue spalle, sempre acceso, il monitor con i suoi film preferiti (Cappuccetto Rotto, I tre Maialini ed il Lupo, La Bella Addormentata nel Chiosco, etc); dalla cucina l’odore dei krauti che bollivano per i wrustel dei suoi sette nani presto di ritorno…
Accadde, però, che un giorno passasse di lì una sua vecchia conoscenza. Il ragionier Domenico (Mimino) Rossi, impiegato in una rinomata agenzia pubblicitaria milanese nella quale, a furia d’accomodamenti, era riuscito, in pochi anni, a passare da semplice agente procacciatore a vero e proprio braccio destro del Direttore di filiale (evidentemente mancino); il ragioniere era in vacanza premio per l’ottimo lavoro svolto a Milano e dintorni ed aveva conosciuto Biancaneve durante una di quelle feste che l’agenzia soleva metter su a completo godimento dei clienti più importanti, con intrattenimenti importanti, una volta che questi avevano firmato contratti importanti. Il Rossi era rimasto affascinato dalla grazia e dalla gentilezza di Biancaneve ma quest’ultimo non aveva accondisceso alle sue voglie preferendogli, per tutta la serata, la compagnia di un palestrato giovane “del mondo dello spettacolo”, ben noto al vasto pubblico delle massaie italiane dopo pranzo videodipendenti. E noi tutti ben sappiamo come l’amore rifiutato si trasformi spesso in odio. Quale occasione migliore?
Mimino si avvicinò alla reception mostrando di non riconoscere Biancaneve e prenotò una camera doppia per se e per il suo accompagnatore, un noto imprenditore dell’Europa dell’est, già animatore di parecchi salotti bene lombardi, già ospite delle patrie galere, rinato a nuova verginità nel nostro Paese, balzato prepotentemente agli onori della cronaca rosa in occorrenza del suo patinato matrimonio con Gry Milde, avvenente porno star montenegrina, al momento in cui scriviamo in predicato di presentare il 3.476° Festival della Canzone di San Remo,… ma non divaghiamo.

lunedì 18 giugno 2007

Glicine

(Foto Giangy)

Farfalla

La mamma di questa farfalla, farfalla anch'essa, partecipò, come comparsa, al video Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band dei Beatles.

(Foto Giangy)

sabato 16 giugno 2007

Cream - Stormy Monday

Cream - Anyone For Tennis

Cream - Sunshine of Your Love (live 2005 reunion concert)

Cream - Sunshine of your Love

Trulli

Trovo quest'immagine una delle più sexi fra tutte quelle scattate in questi primi trent'anni di lavoro. Ma forse devo cambiare spacciatore...
(Foto Giangy)

Ponte Punna Penna e vivai cozze

(Foto Giangy)

Billy Cobham

In Pulsano (Taranto)
nell'estate del 2005.


(foto Giangy)

sabato 9 giugno 2007

mercoledì 6 giugno 2007

Mike Portnoy: The Dance of Eternity


da gyangi54
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Dream Theater's Mike Portnoy plays
'The Dance Of Eternity' alone

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martedì 5 giugno 2007

Jimi Hendrix: Hey Joe

da gyangi54

Hey Joe: buon divertimento.

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Grazie, gyangi54

. .

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lunedì 4 giugno 2007

Per scrivere su questo blog...

...basta mandare una mail a: gianmariogiannico@libero.it (possibilmente in italiano, ma fa lo stesso)
Prometto di pubblicare tutto ciò che arriva, insulti compresi, con semplice taglia e incolla. Perché, come diceva qualcuno, posso non condividere la tua mail, ma darei il mio server perché tu possa pubblicarla.
(foto Giangy)

Sollievo per... ah, sì! L'anima!

Mi ero ripromesso, sul blog, di non pubblicizzare niente e nessuno, però l'altra sera, dopo aver ascoltato già l'anno scorso un CD dimostrativo, ho avuto il piacere, per altro fortuito, d'entrare in un locale della provincia della mia città e di trovare sul palco solo una batteria e nove microfoni. Infatti, girandomi verso una nicchia del locale dalla quale proveniva la percentuale di chiasso maggiore (diciamo così) ho intravisto, tra birre, pizze e ragazze, Fabio Sammarco ed i suoi sassofonisti. Non so perché mi piace tanto la musica che fanno i Saxofonix. Nonostante tanti anni di musica da dilettante, o forse per questo, sono arrivato alla conclusione che anche di musica, come per altro di politica, di sport e di tante altre cose, non ne capisco proprio. Comunque... Un soprano, tre contralto, due tenore, un baritono ed un sax basso. Un batterista (preciso niente male) ed una cantante (emozionata ma quadrata). Maestro Fabio, grazie a Dio, si alzava dalla sua sedia in prima fila solo per annunciare i pezzi, per alcuni attacchi e per segnalare ogni tanto con le dita, peggio di un play maker della nazionale di basket. All'inizio del concerto, durato quasi due ore, ci preannuncia un viaggio che, dalla tarantella salentina, attraverso danze bulgare, arabe, ritmi africani, tanghi, cha-cha-cha, salse, reggae, pop americano, jazz di New Orleans, D. Gillespie, S. Williams, eccetera, approda ai miei preferiti: Herbie Hancock (Cantaloupe Island ) e Weather Report (Birdland). Ma non è questo che mi piace di più. Ho trovato affascinante, dal vivo, sentire otto persone soffiare in questi tubi, più o meno contorti, che si riscaldano man mano che il fiato li attraversa e che, davvero, al di là di qualsiasi discorso alla Disco Ring, CD Live, Hot Twenty, Top Ten e cazzate varie, celebrano (e vai, cammello!), quasi sacerdoti inconsapevoli, noi sorpresi fedeli, quel magico rito d'andata e ritorno che è la Musica.
(foto Giangy)

martedì 29 maggio 2007

Cortile di casa, 29 maggio 2007

Esattamente come mi è apparso in questi giorni di mal di denti culminati con straziante estrazione del canino inferiore sinistro.
Esperienza indimenticabile vissuta in un'atmosfera da universo parallelo creata dalla "Parmenide & Kafka Management", quelli della pubblicità "Puntine Golgota: non c'è Cristo che tenga", "Ostie Buitoni: c'è più Dio", eccetera eccetera.
(foto giangy)

martedì 22 maggio 2007

L'automobile

Per quanto oggi io sia un assiduo frequentatore di mezzi pubblici ed un camminatore alla stregua degli aborigeni australiani, non posso negare che anche per me, italiano vero, l’automobile (o, come direbbe il Pascoli, "l’automobiletto") ha un valore e significato che trascende la lamiera (plastica, alluminio, radica, eccetera). Prescindendo dalle collezioni Politoys dell’infanzia (ah, quella meravigliosa Alfa Romeo 2000 Berlina Blu con Roulotte comprata alla Standa rubando il resto della spesa a mia madre! (uno dei due, tre schiaffi ricevuti, in tutto, nella vita e nella fattispecie meritato), dai Classici dell’Audacia di Michel Vaillant e Steve Warson, alla Paperopoli 313 Rossa, alla Jaguar E Spyder Rossa Dinkytoys con ruote autosterzanti, sportelli apribili, sedili ribaltabili, capotte smontabile, molti momenti topici sono legati all’automobile. Sulla giostra in villa, accompagnati dalla nonna, mio fratello che piange dalla paura, seduti nell’auto dei pompieri "premi questo tasto, così suona la sirena!"; mio fratello, con il cappottino marrone ed una scarpa sempre slacciata ("allaccia la scarpa a tuo fratello, altrimenti cade"), sul cofano della Giulietta bianca di papà o sul sedile posteriore della Giulietta bianca dello zio (negli anni ’60 sfoggiava camicie bianche con le maniche arrotolate ed occhiali da sole, come del resto tutti i suoi amici). I primi viaggi verso la Capitale con mio padre ("non diciamo alla mamma che abbiamo preso i 160, altrimenti si preoccupa") e gli ultimi, prima della sua morte ("pà, svegliati, siamo arrivati (anche se lo so che stai facendo finta di dormire per farmi guidare più tranquillo); ci abbiamo messo tre ore e dieci minuti!"). E come dimenticare la mia prima Fiat 850 Berlina Avana Usata Ma Tenuta Bene (chiacchiere: alzando i tappetini si vedeva l’asfalto scorrere sotto ed ogni 100 km aggiungevo acqua da una serie di bottiglie che occupavano tutto il sedile posteriore in vera finta pelle rosso scuro (i sedili anteriori erano in vera finta pelle avana)); una macchina mitica, costata ben ottantamilalire, che mi dava un tocco di assoluta signorilità, che non ha mai visto più di cinquecento lire di super alla volta e nella quale, insieme agli amici della Blues Band, ascoltavamo le prove su un mangiacasette Audiola collegato con fili volanti alle casse autocostruite ed alla batteria (sempre a terra): " Ah ragà, se dobbiamo ascoltare le prove, poi mi date una spinta per metterla in moto… Nooo! Non levare la molletta dal finestrino, che poi cade giù e devo smontare il pannello per rialzare il vetro! Sì, un giorno di questi rimetto il deflettore: tanto il cartone è avana come l’auto; s’intona!).
Basta, per oggi. La nostalgia è troppa anche per un cammelliere come me, abituato a duri percorsi sotto il sole cocente e con poca acqua. Si continui il cammino seguendo rare e labili tracce sulla sabbia: che la luce che ferisce gli occhi ci liberi dai ricordi bruciandoceli nel cuore.
(foto Giangy)

lunedì 21 maggio 2007

Rifiuto i rifiuti

Il disservizio dell'Azienda Municipalizzata Igiene Urbana pare sia cosa passata. Abbiamo vissuto qualche giorno nella stessa atmosfera, per altro ricorrente, vissuta la scorsa estate. Con cassonetti sommersi di spazzatura, imbecilli che trovano come miglior soluzione dar fuoco al tutto (con conseguente sviluppo di diossina ed altri fumi tossici), interventi dei Vigili del Fuoco (con conseguente aggravio della spesa pubblica), etc. Fin qui tutto normale.
Gli è che per me e molti "nuovi poveri" della mia generazione (precari, cammellieri, equilibristi del postdatato, acrobati del finemese, etc.) camminare tra i rifiuti ci umilia vieppiù in quanto, da sempre, stiamo attenti a differenziare i nostri esigui rifiuti, camminando sino ai cassonetti della raccolta differenziata con buste di vetro, plastica, carta; da sempre usciamo dal tabaccaio ed apriamo il pacchetto di sigarette vicino ad un cestino dei rifiuti cercando, con l'esempio, di far capire all'adolescente che sputa la "cingomma" a terra, entra a comprare le sigarette, apre il pacchetto davanti il negozio, accende la sigaretta, apre la nuova confezione di "cingomme", ne scarta una da masticare fumando (con grave danno dei suoi succhi gastrici: ma so' fatti suoi), getta anche questa carta a terra; cerchiamo, dicevo, di far capire che ci si sente ancor più poveri a camminare in una realtà "sporca".
E non mi consola assolutamente, ma anzi mi fa precipitare in una crisi di tristezza da impotenza, sapere che il pesce puzza dalla testa.
Fosse per me, a queste amministrative, darei il voto a chi mi promettesse: "Caro amico, al di là della giustizia o meno degli scioperi degli addetti alla Nettezza Urbana; al di là del dissesto, vero o presento, dell'azienda in questione; al di là di tutto, mio amico povero, ti prometto che, dopo la prima sera passata con i cassonetti pieni, precetterò militari e protezione civile per dare la possibilità a te ed ai tuoi figli poveri di poter camminare tra strade pulite. Perché mi rendo conto che ti senti ancora più povero fra la monnezza".
(foto Giangy)

sabato 19 maggio 2007

Vento

Continua a far freddo, per la stagione, e tira un vento dal nord fastidioso ed inusuale per codesta terra di scirocco. L'effetto complessivo è oltremodo deprimente. Le endorfine stentano a girare a regime, nonostante ripetute sigarette. La mente si impantana, senza lucidità, in ricordi desueti ed imbarazzanti. Affiora un sospetto d'emicrania. Necessita un ulteriore caffé per sperare in un futuro migliore. Il vento porta odore di mare fino alla scrivania e mi ricordo come mi son sentito schiacciato dal Gotico e dal Mar del Nord sù in Germania. Vita grama per un cammelliere: il tragitto sino al bar sarà lento e cadenzato da arie asburgiche.
(foto Giangy)

venerdì 18 maggio 2007

Vita da single

Non smette di piovere e la mente va al fine settimana e all'inderogabile bucato di fine settimana. Quindi, dopo aver posto la domanda a DioGoogle, sono reduce da answer di Yahoo, dove la miglior risposta mi è sembrata quella che individua la parola derivante da una francone che sta per lavandaia. Molte, comunque, le risposte che assimilano il bucato all'aggettivo e presuppongono un buco per: lavaggio con la cenere a volte mal spenta; contro le rocce sui greti dei fiumi, con conseguente buco; buco che ha ragione d'essere per il fatto stesso che il lavaggio usura i tessuti; etc. Nel mio caso, e quindi per parte mia, credo che si chiami bucato perché... si fa.
(foto Giangy)

Venerdì 18 maggio 2007

Oggi la giornata è grigia, da pioggia nel palmeto. Sarebbe niente, vista la stagione: qualche piacevole brivido di freddo di primo mattino, con la testa già alle spiagge dell'estate. Se non fosse che, guardandomi intorno, nonostante la solita energia che sembra trasparire da rumore di traffico, voci, sorrisi ed imprecazioni abituali, ho come la sensazione che si sia, tutti noi, io compreso, un po' stanchi. Le voci, quando sono alte, hanno un suono d'esasperazione in più; i sorrisi non attivano tutti i muscoli della faccia atti alla bisogna (mi sembra siano 36); le imprecazioni riportano un tono d'autodifesa evidente. Anche il rumore del traffico mi sembra un'overture della famosa sinfonia " Mi faccio i kazzi miei: non posso fare altrimenti" che culminerà nell'Andante con brio delle 13,30: "Incazzatura, con strappi, nel ritorno a casa". Sarà il tempo?
Ne dubito. Gli è che a furia di prender botte in testa un po' si rimane scemi. Qualcosa ci preoccupa ma neanch'io so cosa.
(foto Giangy)

giovedì 17 maggio 2007

Filocolo diceva...

...che l'uomo è una dichiarazione d'intenzioni.
(foto Giangy)
Posted by Picasa

Contraccezione

Cosicché pare che fosfati organici ed inorganici possano abbassare la percentuale di Zinco presente nell'organismo.
Fra i fosfati organici i fitati, presenti in molti legumi, frutta, tuberi e, in particolar modo la caseina, fosfoproteina abbondante nel latte vaccino e derivati (formaggi, mozzarelle,etc).
E poiché pare che la percentuale di Zinco sia strettamente legata alla capacità riproduttiva, risulta evidente come la dieta mediterranea sia una concausa del decremento demografico.
Ma poiché non tutti i mali vengono per nuocere, ed i figli, oltre che pezzi di cuore, sono anche buchi neri nell'economia familiare, variabili impazzite che sfuggono a qualsivoglia pianificazione economica, peggio dell'andamento "sicurissimo" dei tassi dei mutui, ho trovato un'ottima soluzione contraccetiva: " Mario, mi fai una margherita tripla mozzarella?"
(foto Giangy)

mercoledì 16 maggio 2007

I miei cammelli

Una foto dei miei due cammelli:
Cammellobello e Lella.

foto Giangy)


16 maggio 2007

- Gentilissima signora, riguardo a quella fatturina in sospeso da più di 90 giorni,... posso sperare qualcosa? Non la disturberei per così poco, ma ho i cammelli dal veterinario... Sì, qui usiamo anche i cammelli... no, non tutti... io sì, una coppia... maschio e femmina: fratelli... Non è mai venuta in Puglia?... Neanche d'estate?... Oh, ma allora si consideri mia ospite quest'anno.... sì, certo, massima libertà! Com'è il tempo lì a Milano? Piove? No? Bene! Mi saluti la Galleria e la Stazione Centrale: sa, noi terroni non conosciamo molto del Milen! Allora la richiamo? Domani? Dopo domani? D'accordo... a risentirla... buon lavoro!